Percorsi dell’acqua

Casalbuono, Le sorgenti del fiume Calore

L’itinerario risale il fiume Calore, partendo dalla zona posta al di sotto del centro storico. Il castello medievale, sulla vetta del cocuzzolo su cui è arroccato il paese, dà il la ad una gradevole passeggiata nel verde. Una buona parte si svolge sul percorso artificiale realizzato per pedoni, biciclette e cavalli, che dalla località Costarelle, passando per Valle d’Alessio, giunge fino al Ponte del Re. Da questo punto, l’itinerario prosegue per un po’ su una stradina asfaltata molti anni addietro, in un’area ancora pianeggiante e maggiormente rurale, prima di diventare un sentiero che inizia a salire dolcemente, insinuandosi ai lati dell’alveo, tra la boscaglia dei versanti montuosi, fino ad una briglia. Per tutto il tragitto ci si trova nell’area protetta regionale “Riserva Naturale Foce Sele-Tanàgro”, per la tutela dell’habitat fluviale anche sul fiume Calore. L’itinerario è molto piacevole, poiché corre sempre lungo il fiume, e lo fa in una aggraziata stretta valle che va a chiudersi dove il Calore entra nel bosco che copre le montagne laterali. Fino al Ponte del Re, il fiume dà il senso anche alla Strada Statale 19 delle Calabrie, la quale ricorda che già i Romani compresero quanto fosse strategico questo luogo, facendovi passare la strada consolare Regio-Capuam. I Borbone ne ripresero il tratto e costruirono il Ponte per poter attraversare il Calore, con quella che denominarono Regia Strada delle Calabrie. Nel 1785, la realizzazione del ponte chiuse l’ultimazione dei lavori del tratto che attraversava il Vallo di Diano, che qui termina la sua pianura nella parte più a sud. L’elemento acqua è sempre caratterizzante il percorso che abbiamo previsto. Si vede e si sente sempre. Con gradualità si passa sia dalla pianura netta a quella che si restringe, fino a chiudersi sotto i profili collinari, e sia dal corso più definito e vissuto del Calore a quello in cui trova il suo ambiente più naturale. La vista dell’acqua, la luce che ne riflette ed il suono del suo scorrere accompagnano il camminatore nel suo piccolo viaggio in mezzo alla natura. Una natura regolata dall’uomo che ne ha in parte regimentato le acque e coltivato il suolo. Tanta disponibilità d’acqua è sempre stata una ricchezza per gli abitanti di Casalbuono, che ne hanno apprezzato ancora di più il valore poiché qui Madre Terra ha concesso poco spazio alla pianura. Loro ne hanno saputo sfruttare il massimo, coltivando i fagioli che li hanno resi famosi, facendone anche un Presidio Slow Food.

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