Percorsi dell’acqua

Teggiano, La valle del torrente Bucana

Un ponte dal nome carico di significato segna sin da subito un percorso di particolare interesse paesaggistico lungo via Valle Bucana, nel profondo vallone in cui scorre il torrente Bucana, tra il monte Motola e le montagne delle Serre che dividono Teggiano da Monte San Giacomo. Il ponte San Salvatore, come la località, portano nell’agiotoponimo il legame alla titolazione di una cappella, i cui ruderi dall’alto di uno sperone roccioso conservano traccia di qualche probabile episodio di salvezza attribuita al Salvatore, come avveniva di frequente nel Medioevo. Siamo nella piccola frazione rurale di Teggiano, poche case che si addensano su due strisce di terreno che il torrente e le montagne che ne stringono l’alveo concedono. Distante oltre 3 Km dall’importante centro medievale, non dà la giusta percezione di trovarsi all’incrocio di due importanti vie antiche. La direttrice principale è la Provinciale del Corticato che attraversa la Sella del Corticato, mettendo in collegamento Teggiano con Sacco, dunque il Vallo di Diano e il Cilento interno. Si tratta di un passaggio storico che ha visto spostamenti di gente e scambi di merci sin dalla Preistoria e distese di grano sino al secondo Dopoguerra coltivate sui dolci declivi della Sella. Seppur ridimensionata nei traffici, la Provinciale conserva il suo ruolo di connessione tra il grande bacino del Vallo di Diano e l’area interna del Cilento prossimo. Ha invece perso completamente la funzione di via di collegamento la più modesta strada comunale Valle Bucana, che risalendo il corso del torrente omonimo unisce questa parte del territorio di Teggiano con l’area montana di Monte San Giacomo. La via ha assunto, tuttavia, nel corso degli ultimi decenni, un ruolo completamente diverso ma di straordinaria importanza per gli abitanti di Teggiano, divenendo il luogo di passaggio dell’acquedotto che dal monte Cervati scende per dissetare la comunità teggianese. Dal ponte San Salvatore, le case si affrettano a scomparire appena la gola si restringe e la strada che sale assume sempre più la forma di una via di montagna, che dopo un certo tragitto da sterrata diventa sentiero. Qualche allevamento punteggia il cammino, prima che una fontana indichi il punto di ritorno e prima che il percorso si faccia poco evidente e troppo impegnativo nel prosieguo. Conduce fuori dalla gola nei pressi della località Sant’Onofrio, un agiotoponimo che insieme al toponimo Destra del Monaco, che si incontra molto più giù lungo la sterrata, rimandano ad una frequentazione anacoretica di questi luoghi ameni. È uno scenario bellissimo quello che attraversa il sentiero, tra due ripidi versanti montuosi, a volte brulli e a volte ricoperti di fitti boschi, all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, nonché del Sito di Interesse Comunitario denominato SIC-IT8050028 Monte Motola  e della Zona di Protezione Speciale individuata come ZPS-IT8050046 Monte Cervati e Dintorni, aree protette che ne vogliono tutelare il paesaggio, oltre che le specie e gli habitat di interesse europeo.

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